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lunedì 9 novembre 2009

MEDITARE

Meditare.
Serve, a chi, perché?
Chi medita?
Cosa significa meditare, perché?
Resistenze a meditare?
Si può non meditare?
Meditare significa disciplinare la mente?
Può la mente non essere disciplinata?
La disciplina è una forma di rigidità?
Può la mente non essere rigida?
Impossibile non meditare. Ogni consapevolezza lo fa. Diversa è la qualità. La consapevolezza mediamente consapevole medita, medita, medita…, produce costantemente pensieri; se non è gran meditare questo. Quella pienamente consapevole è meditazione massima: Pace, Amore, pura Conoscenza di essere…, anche intervallata da pensieri? Può essere, però non diversi dall’Amore.
Meditare bene serve a meditare meglio, a produrre emozioni sempre meno diverse dall’Amore e sempre meno pensieri, sempre meno superflui. Meditare non è l’ingannarsi della mente, che fa ciò che definisce meditazione senza trasformasi beneficamente. Eseguire esercizi meditativi non vuole di per sé dire meditare qualitativamente, ma abbagliarsi spiritualmente.
Meditare bene non è soltanto un esercizio particolare. È soprattutto vita consapevolizzante. La vita pienamente consapevole ha passato l’esame del meditare e gode della laurea costante meditazione massima.
Le resistenze a meditare sono resistenze all’Amore. Meditare qualitativamente obbliga la consapevolezza a permearsi d’Amore, a esserlo integralmente.
Il meditare di qualità disciplina la mente facendole trascendere ogni rigidità. La consapevolezza è sempre molto disciplinata. Quella mediamente consapevole produce costantemente, rigidamente e con regolarità quasi impressionante, emozioni e idee superflue, giorno e notte, tranne che durante il sonno profondo. Quella pienamente consapevole è invece costantemente libertà, pura percezione di esserci, soglia per l’Estinzione.

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